L’impegno dell’Unione Europea di portare le emissioni di gas serra a zero entro il 2050 richiederà grandi quantità di metalli e minerali per i veicoli elettrici, le turbine eoliche e gli impianti fotovoltaici. La questione è diventata ancora più critica a causa delle interruzioni delle forniture dovute alla pandemia e dei recenti sforzi per essere meno dipendente dalla Russia per l’energia.
Secondo “Metals for Clean Energy”, uno studio commissionato dal gruppo industriale Eurometaux e condotto dall’Università belga KU Leuven, per rispondere alle esigenze della transizione ecologica europea saranno necessari 35 volte più litio e da 7 a 26 volte più terre rare entro il 2050, utilizzate rispettivamente nelle batterie e nei motori dei veicoli elettrici. I metalli giocheranno dunque un ruolo centrale nel costruire con successo le catene di valore delle tecnologie pulite in Europa e nel raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica per il 2050.
L’Unione europea avrà probabilmente difficoltà legate alle gravi carenze di litio, terre rare e altri metalli necessari per ridurre le emissioni di carbonio, spiegano nello studio, ma il riciclo potrebbe aiutare a colmare il divario dal 2040.
L’Europa sta pianificando dunque una rapida transizione dall’attuale sistema di combustibili fossili verso tecnologie energetiche pulite. La transizione energetica comporta però l’impiego di risorse: i veicoli elettrici, le batterie, i sistemi solari fotovoltaici, le turbine eoliche e le tecnologie a idrogeno richiedono una grande quantità di metalli di gran lunga superiore rispetto alle loro alternative convenzionali.
Lo studio valuta come l’Europa può “raggiungere la sicurezza delle risorse” e “ridurre le dipendenze strategiche” per i metalli necessari alla transizione energetica, attraverso una valutazione della domanda, dell’offerta e della sostenibilità del Green Deal e dei suoi bisogni di risorse.
In pratica, secondo i diversi scenari tecnologici di energia pulita dell’International Energy Agency, un percorso mondiale per il clima allineato all’Accordo di Parigi richiederà quasi il doppio del volume di metalli entro il 2050 rispetto a un mondo che continua con le sue attuali politiche climatiche.
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di Redazione
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