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Erion Energy, il primo anno di attività del Consorzio

Il Manager Maurizio Maggi: “Ottimi risultati, ma l’Italia deve essere più incisiva sulla sensibilizzazione dei cittadini”. Al via il progetto “Energia al Cubo”

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Il Green Deal europeo guarda alla mobilità elettrica e allo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili come due delle più importanti leve per raggiungere il target “zero emissions” entro il 2050. Al centro del processo c’è la produzione di batterie e accumulatori, nonché la gestione del loro fine vita che il tanto atteso Regolamento della Commissione europea regolerà in modo uniforme per i Paesi membri. È in questo quadro che opera Erion Energy, il nostro Consorzio giallo, quello dedicato ai RPA. Abbiamo intervistato il Manager Maurizio Maggi per farci raccontare il primo anno di attività e le prospettive future.

 

Un anno di Erion Energy nella filiera dei Rifiuti di Pile e Accumulatori. Come definirebbe questi primi 12 mesi di lavoro?
È stato sicuramente un lavoro di continuità rispetto alla tradizione di Remedia e di Ecodom, i due grandi Consorzi dai quali abbiamo ricevuto in eredità l’eccellenza della gestione dei Rifiuti di Pile e Accumulatori. Nel 2021 Erion Energy è stato anche un membro molto attivo all’interno del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori (CDCNPA) con il quale ha contribuito alla definizione di un nuovo modello logistico per incrementare la raccolta di RPA a livello nazionale. Parallelamente il Consorzio ha avviato alcune attività su alcuni territori di sua competenza per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della raccolta differenziata e del conseguente riciclo di questi rifiuti.

Quali sono i risultati più promettenti ottenuti dal Consorzio Energy nel corso del 2021?
Grazie all’arrivo di nuovi Produttori, Erion Energy ha incrementato dal 20% al 28% la sua quota di Responsabilità sul mercato nazionale delle pile portatili, e ha riconfermato la quota del 16% nel settore delle batterie industriali. I nostri Produttori storici ci hanno ribadito la loro fiducia e questo, per noi, significa che il lavoro fatto fino ad oggi è buono. Sul fronte della raccolta purtroppo siamo ancora sugli stessi livelli del 2020, ma il dato rispecchia il trend nazionale confermato dai dati del CDCNPA.

Secondo l’ultimo report del CDCNPA nel 2020 la raccolta di RPA in Italia è arrivata al 42,65% dell’immesso al consumo, a un passo dall’obiettivo europeo del 45%. Come si può raggiungere il target?
Come Paese dovremmo essere più incisivi sia sulla sensibilizzazione dei cittadini, sia sullo sviluppo della rete di raccolta dei RPA. Dal lato della comunicazione, sono convinto che sia necessario informare correttamente le persone, a partire dalle fasce più giovani, sull’importanza di raccogliere le pile che hanno in casa e conferirle nei centri di raccolta comunali o nei negozi che offrono il servizio. Solo così i Consorzi possono garantire un corretto trattamento finalizzato al riciclo e alla valorizzazione delle materie prime.

Come si migliora la rete di raccolta?
Aumentando il numero di punti di conferimento come, ad esempio, i negozi adibiti alla vendita di pile che, per legge, devono essere provvisti dei bidoncini per la raccolta e della cartellonistica informativa che inviti i visitatori a riportare le pile esauste. In Italia i punti vendita che espongono questo tipo di contenitori sono ancora in minoranza, diversamente dal resto d’Europa dove il canale principale della raccolta di pile è proprio la distribuzione: è nei negozi che i cittadini riportano le loro pile a fine vita. La rete di raccolta italiana deve diventare capillare e deve rendere facile per chiunque disfarsi di una cosa così piccola come le pile usate. Non c’è niente di più facile che uscire di casa e conferire questi piccoli rifiuti dal tabaccaio, in un punto della grande distribuzione non solo elettronica, ma anche alimentare e di altri generi.

Per facilitare la raccolta domestica di questi rifiuti, Erion Energy si è fatto promotore del progetto “Energia al Cubo”. Può parlarcene?
L’idea è nata dalla necessità di comunicare le giuste pratiche di smaltimento e si è concretizzata nella progettazione e produzione di un piccolo cubo di cartone, dieci centimetri di lato. Lo regaleremo alle famiglie italiane corredato da un sacchetto di plastica riciclabile e riutilizzabile, all’interno del quale i consumatori potranno inserire le pile esauste invece di abbandonarle nei loro cassetti. Una volta pieno, il sacchetto potrà essere svuotato negli appositi bidoni situati nei negozi, nei centri di raccolta comunali e nelle scuole di quei comuni che hanno attivato il servizio di ritiro. Porteremo avanti questa iniziativa insieme alle aziende che gestiscono la raccolta dei rifiuti urbani, la loro collaborazione è fondamentale, conoscono il territorio e presidiano la raccolta differenziata delle nostre abitazioni.

Quali sono le più importanti novità in vista per il settore dei Rifiuti di Pile e Accumulatori?
La Commissione Europea sta lavorando da più di un anno a una proposta di Regolamento sulle Batterie che dovrebbe entrare in vigore nel 2023 e normare tutti gli aspetti della filiera di questo prodotto: dalla progettazione alla gestione del fine vita. Oggi noi lavoriamo secondo quanto stabilito dalla Direttiva europea 2006/66/CE, recepita dal decreto legislativo 188/2008. Il nuovo Regolamento stabilirà un terreno di gioco con regole uniformi per tutti i Paesi membri e questo rappresenta un grande risultato.

Che cosa cambierà rispetto all’attuale assetto della filiera?
A differenza dell’attuale Direttiva, che disciplina solamente i temi legati alla Responsabilità dei Produttori sul fine vita delle loro batterie, il nuovo Regolamento normerà la vita dei prodotti fin dalle sue prime fasi, prevedendo che essi vengano progettati e costruiti utilizzando Materie Prime Seconde e che, a loro volta, abbiano caratteristiche di riciclabilità molto avanzate. Si tratta di un evidente approccio di Economia Circolare: progettazione, fabbricazione, utilizzo, fine vita e da questo si riparte verso l’inizio del nuovo ciclo.

Un approccio fondamentale per la tutela dell’ambiente…
E anche per l’Europa se si pensa che le soluzioni per la mobilità sostenibile, per l’accumulo di energia prodotta da fonti rinnovabili e per l’abbattimento delle emissioni di gas serra, passano anche dall’utilizzo delle batterie al litio. Questo ci porta a prevedere che presto in Europa sorgerà la necessità di fabbricare tali batterie anziché acquistarle al di fuori dai nostri confini. Noi ci auguriamo che il nuovo Regolamento venga ratificato nei tempi previsti e la sua applicazione sia in grado di attirare Produttori e investimenti, oltre a permettere lo sviluppo di un’industria delle batterie e di una più efficiente filiera del riciclo in tutta l’Ue.