Lo scorso 5 aprile è stato presentato a Roma il 4° Rapporto sull’Economia Circolare in Italia del Circular Economy Network, uno dei documenti più attesi dell’anno da parte della grande filiera impegnata nella transizione verde nel nostro Paese. Tra i contributor dell’edizione 2022 del Report c’è anche Erion con un articolo sulle nuove prospettive della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR).
La responsabilità estesa del Produttore deve guardare oltre il rifiuto
Il principio della Extended Producer Responsibility (EPR) è una delle modalità più efficaci per rendere concreta l’economia circolare nel settore privato. Basata sulle direttive europee che individuano il produttore quale responsabile degli effetti ambientali dei propri prodotti anche una volta che divengono rifiuti, la responsabilità estesa del produttore chiama le aziende a farsi carico della gestione del fine vita dei prodotti che immettono sul mercato. In Italia, Erion – il più importante sistema multi-consortile non profit per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici e la valorizzazione delle materie prime che li compongono – garantisce alle oltre 2.400 aziende consorziate il rispetto di tale obbligo grazie alla raccolta, al trasporto e al corretto trattamento dei Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), dei Rifiuti di pile e accumulatori (RPA) e dei Rifiuti di imballaggi.
Nel 2021 il Sistema Erion ha gestito oltre 288.000 tonnellate di rifiuti associati ai prodotti elettronici (un peso equivalente a quello di 800 Airbus A380), di cui 264.000 tonnellate di RAEE domestici. Da questi, sono state ricavate più di 130.000 tonnellate di ferro (pari al peso di 294 treni Freccia Rossa), circa 5.000 tonnellate di alluminio (pari a 2 milioni di pentole da 28 cm di diametro), più di 6.000 tonnellate di rame (pari a 67 volte il peso del rivestimento della Statua della Libertà) e, infine, oltre 34.000 tonnellate di plastica (pari a 13 milioni di sedie da giardino). Il corretto trattamento di questa tipologia di rifiuto ha inoltre permesso di risparmiare oltre 420 milioni di kWh, pari ai consumi domestici annui di una città come Bologna, e di evitare l’immissione in atmosfera di circa 1,7 milioni di tonnellate di anidride carbonica (la quantità di CO2 assorbita in un anno da un bosco esteso quanto la provincia di Lucca).
Sono numeri importanti che, però, non possono far passare in secondo piano le grandi sfide a cui tutta la filiera dei rifiuti elettrici ed elettronici in Italia è chiamata a rispondere. La prima è colmare il gap che ancora separa il nostro Paese dal target di raccolta fissato dall’Europa (oltre 10 kg/abitante, contro un risultato attuale di poco superiore ai 6 kg pro capite). La seconda riguarda la capacità di arginare l’aumento stesso dei RAEE che, come ricordato dal rapporto del CEN 2021, rappresentano “il flusso di rifiuti in più rapida crescita nel mondo”.
Erion affronta queste sfide consapevole del fatto che la responsabilità estesa del produttore, oggi, non può più limitarsi alla gestione del rifiuto. Occorre affrontare nuove istanze, come quelle sull’eco-design dei prodotti, sulla loro durabilità e riciclabilità, sulla sensibilizzazione dei cittadini. Erion risponde a questa esigenza ricercando un dialogo costruttivo con le istituzioni e con i suoi stakeholder e partecipando a progetti di ricerca – nazionali ed europei – sull’educazione ambientale, sull’eco-innovazione dei prodotti e dei processi di lavorazione necessari a realizzarli, su nuovi modelli di business circolari nel settore elettrico ed elettronico.
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